Introduzione: la memoria corta di Roberto Speranza
A Villafranca di Verona, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha deciso di riscrivere la storia davanti a una platea di persone che non dimenticano. Contestato sul famigerato protocollo “Tachipirina e vigile attesa”, ha avuto la spudoratezza di dichiarare che “non esiste” e che sarebbe solo “un’invenzione dei no-vax”. Un’affermazione che definire falsa è un eufemismo.
Il problema non è solo la menzogna in sé, ma il fatto che un uomo come Speranza, principale artefice di scelte sanitarie disastrose, continui a essere protetto da un sistema che premia l’incompetenza e la complicità. Il suo posto in Parlamento è la dimostrazione plastica di come la democrazia sia ormai ridotta a un teatrino per manipolare le masse.
Tachipirina e vigile attesa: un protocollo che non esiste… ma è scritto nero su bianco

Nel novembre 2020, il Ministero della Salute emanò una circolare chiara: gestione domiciliare del Covid-19 con paracetamolo e “vigile attesa”, ovvero il nulla terapeutico fino a un aggravamento che spesso conduceva direttamente alla terapia intensiva. È tutto scritto, non è un’opinione.
Eppure, oggi Speranza ha il coraggio di negare l’evidenza. Perché? Perché ammettere la verità significherebbe prendersi la responsabilità di migliaia di morti evitabili. Vorrebbe dire ammettere che la scelta di impedire ai medici di curare precocemente i pazienti è stata un errore colossale con conseguenze devastanti. E questo, il sistema di potere non lo può permettere.
Un disastro che gridava vendetta, ma che non ha avuto colpevoli
Mentre il popolo veniva rinchiuso in casa, privato delle libertà fondamentali con decreti incostituzionali, i palazzi del potere orchestravano una gestione pandemica fallimentare. L’Italia è stato uno dei paesi con il più alto numero di morti per Covid in Europa. Un caso? No, la diretta conseguenza di scelte politiche che hanno aggravato la crisi invece di risolverla.
– Si è impedito ai medici di intervenire con cure domiciliari efficaci.
– Si è imposto un protocollo di attesa, quando i medici di base avrebbero potuto trattare i pazienti fin dai primi sintomi.
– Si sono promosse misure coercitive e vaccini sperimentali senza una vera alternativa terapeutica.
E chi ha orchestrato tutto questo? Roberto Speranza, l’uomo che oggi si permette di negare perfino l’evidenza.
L’arroganza del potere e il silenzio della stampa
Se esistesse una vera informazione in Italia, le dichiarazioni di Speranza avrebbero scatenato un terremoto mediatico. Invece, il mainstream è rimasto in silenzio o, peggio ancora, ha dato spazio alla sua narrazione.
Siamo di fronte all’ennesima conferma che i media non sono altro che il megafono del potere. Nessun giornalista ha chiesto conto all’ex ministro delle sue parole, nessuno ha citato la circolare ministeriale che smentisce clamorosamente la sua affermazione. E così, la menzogna diventa verità ufficiale.
Conclusione: non dimenticare, non perdonare
La tragedia della gestione pandemica italiana non può essere archiviata come un semplice errore politico. È stata una catastrofe evitabile, condotta con scelte miopi e imposte con un’arroganza senza precedenti. E chi ne è stato artefice non merita né oblio né perdono.
Roberto Speranza non è solo un politico che mente. È il simbolo di un potere che si autoassolve, che riscrive la storia a proprio vantaggio e che continua a occupare le istituzioni senza mai pagare il prezzo delle sue azioni.
La verità, però, non si cancella. E noi abbiamo il dovere di ricordare.
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