n questo mio messaggio di auguri pasquali, desidero condividere un’intima meditazione che intreccia il ricordo di Don Giorgio Scarsini, il dono del crocifisso vuoto ricevuto per Pasqua, e la forza evocativa della fotografia di Mahmoud Ajjour, il bambino palestinese mutilato che ha vinto il World Press Photo 2025. Questi tre segni—la vita donata da Don Giorgio attraverso la cooperativa Galileo e le Piccole Fraternità, il simbolo della croce vuota che annuncia la vittoria sulla morte, e lo sguardo silenzioso di un bambino che sfida il dolore—ci chiamano a riconoscere insieme la fragilità umana e la potenza trasformatrice della Resurrezione.
Il dono del crocifisso vuoto
Ricordo con tenerezza quella Pasqua in cui Don Giorgio mi regalò un crocifisso privo del corpus, simbolo di vita oltre ogni apparenza di morte. Nell’iconografia paleocristiana, la tomba vuota e la croce senza corpo sono i primi segni visivi della Risurrezione, testimonianza che la Storia non si chiude con il dolore ma si apre a un Mistero di speranza La Parte Buona. La croce “nuda” diventa così immagine intensa della vittoria di Cristo sulla morte, preludio alla gioia pasquale Wikipedia.
L’immagine di Mahmoud Ajjour

Quest’anno, mentre contemplavo quella memoria, mi ha colpito la fotografia di Mahmoud Ajjour, bimbo palestinese di nove anni sopravvissuto all’amputazione di entrambe le braccia a Gaza. Lo scatto della fotografa Samar Abu Elouf, realizzato per il New York Times, è stato incoronato Foto dell’Anno 2025. Il volto di Mahmoud, segnato dal dolore ma animato dal desiderio di vita, parla di orrori indicibili e di dignità che nessuna violenza può spegnere Cadena SER Il Fatto Quotidiano.
Il ricordo di Don Giorgio
Don Giorgio Scarsini, mio confessore e guida, seppe tradurre la fede in gesti concreti. Nel 1991 fu tra i promotori della Cooperativa Sociale Galileo Onlus, nata per favorire l’inserimento lavorativo di persone con disabilità nel settore dell’information technology www.montorioveronese.it. Prima ancora, negli anni Settanta, aprì la canonica di Isola della Scala per accogliere famiglie con figli disabili, dando vita alle Piccole Fraternità, realtà che ancora oggi testimoniano il suo spirito di carità Chiesa di Verona. Dal 2003 fu anche redattore del periodico diocesano “Il Baco da Seta”, dove coltivò la riflessione teologica accanto all’impegno professionale di medico di base Il Baco da Seta.
Dolore e Resurrezione: una sola vocazione
Nel crocifisso vuoto e nello sguardo di Mahmoud vedo due facce dello stesso Mistero: da un lato, l’atrocità di un mondo in cui il prossimo diventa vittima di violenza senza nome; dall’altro, la promessa pasquale che la morte non ha l’ultima parola Avvenire.it Vanity Fair Italia. Così come Don Giorgio ha saputo trasformare la sofferenza in accoglienza, anche noi siamo chiamati a essere testimoni concreti della Resurrezione, portando speranza nelle ferite del mondo.
Conclusione e auguri
In questa Santa Pasqua, il mio augurio per te è di incontrare la croce vuota sulla tua strada e di riconoscere in lei il segno più alto di vita. Possa lo sguardo innocente di Mahmoud ricordarti quanto siamo fragili e insieme forti nella fede, e il ricordo di Don Giorgio spronarti a vivere la carità come via privilegiata di Resurrezione. Buona Pasqua: che la gioia del Risorto riempia i nostri cuori e orienti le nostre azioni verso la vita piena.