C’è chi moltiplica i pani e i pesci, e chi moltiplica gli insulti. Roberto Burioni, l’“esimio luminare” della virologia televisiva, ha deciso di cimentarsi nella seconda arte. In un recente confronto con il Comitato Ascoltami – un gruppo che riunisce migliaia di persone che denunciano danni da vaccino COVID – il professore ha offerto al popolo del web il suo nuovo vaccino: l’offesa a larga spettro.
“Le reazioni avverse sono solo nella vostra testa malata. Fatevi curare”, ha scritto. Una frase che meriterebbe almeno il Nobel per la delicatezza, se mai Stoccolma dovesse aprire una sezione speciale per la maleducazione accademica.

Burioni non si è fermato qui. Ha rincarato la dose definendo gli interlocutori “disagiati mentali” – un colpo di genio che, oltre a screditare chi sta male dopo una vaccinazione, calpesta anche chi soffre realmente di disturbi psichiatrici. Perché sì, c’è un termine per questo: abilismo. Offendere usando la malattia mentale come insulto significa ferire due volte.
Dopo aver seminato queste perle, il professore ha messo in scena il numero del “mago sparizione”: ha cancellato i commenti, bloccato il Comitato e fatto finta di nulla. Nessuna scusa, solo il silenzio altezzoso del “televirologo in fuga”.
Il Comitato Ascoltami, giustamente indignato, ha ricordato che per anni nei pronto soccorso venivano liquidati come “isterici”. Oggi, a distanza di tempo e di studi scientifici, sentono ancora addosso la stessa etichetta. Cambia il volto di chi la pronuncia, resta l’arroganza.
La vicenda, però, ha un lato “comico” (se così si può dire): Burioni, difensore della scienza, sembra avere trovato il Santo Graal della diagnosi rapida. Un messaggio su Facebook, una riga di commento, ed ecco la sentenza: “disturbo mentale”. Altro che anamnesi, test clinici e cartelle: basta il tocco del “mago Burioni”.
Noi, dal canto nostro, lasciamo ai lettori una domanda: può davvero chi si erge a paladino della scienza permettersi di insultare chi soffre e, al contempo, offendere milioni di persone che convivono con disabilità psichiche?
Forse, più che ai “disagiati mentali”, qualcuno dovrebbe rivolgere un invito a disagiati di empatia.
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